Una volta all’anno nell’antico borgo di Placido Bosco si tiene una delle
più importanti Feste d’Autunno di tutto
il paese. Durante la manifestazione, che dura una settimana, il borgo si popola
di turisti venuti per godersi una fuga nel tempo e assaporare i prodotti tipici
della zona.
Un evento in particolare attrae l’attenzione generale ed è il
concorso per il miglior dolce realizzato con la zucca. Ogni anno le iscrizioni aumentano
e c’è pure una lista d’attesa.
Quest’anno i genitori di Loulou, una quindicenne piccolina e
magrolina, ma frizzante come la menta piperita hanno deciso di segnarla come
partecipante al concorso. Loulou infatti è una grande amante della pasticceria,
eredità del nonno panettiere del sud della Francia, e passa tutto il tempo
libero a sperimentare e creare torte e decorazioni seguendo passo passo le lezioni
dei grandi maestri, nei libri o in televisione.
Alla notizia dell’iscrizione Loulou trasecola a dire poco, l’emozione
le porta l’adrenalina a mille, ma la paura di confrontarsi con persone che partecipano
magari dalle prime edizioni e che comunque sono note per essere quasi delle
professioniste, la terrorizza letteralmente.
Piena di entusiasmo e di buona volontà si tuffa a capofitto
nello studio dei “testi sacri” della pasticceria cercando di elevare un ingrediente
povero come la zucca a qualcosa d stupefacente per gli occhi e il palato. Nelle
settimane precedenti al concorso corre come una pazza a casa da scuola per
potersi mettere subito all’opera e sperimenta, sperimenta, sperimenta, le ore
volano e la cucina sembra sempre più un campo di battaglia. La mamma comincia
ad essere leggermente preoccupata perché Loulou inizia a dare forti segni di
stanchezza fisica ed emotiva, ma soprattutto frustrazione. Memore infatti delle
edizioni precedenti, non riesce a trovare la ricetta giusta per poter fare
colpo sui giudici ed aggiudicarsi il tanto agognato premio, ovvero un Kitchen
Aid completo di tutti gli accessori possibili e inimmaginabili. Proprio lei che
realizza quasi tutte le preparazioni ancora a mano con tanto olio di gomito.
Per il gelato non è stagione, un parfait è troppo spento,
una torta è troppo classica, una panna cotta è scontata…e allora pensa a fare
qualcosa di molto moderno, ma Loulou sa di essere troppo giovane e inesperta e comunque
un dolce tanto moderno non renderebbe merito ad un ingrediente come la zucca.
Ormai mancano solo due giorni al concorso e si comincia a
vedere un continuo andirivieni di allestitori delle varie postazioni. Si prospetta
qualcosa in grande stile.
Loulou è sempre più in ansia e depressa al tempo stesso, e
la sera crolla addormentata sul tavolo della cucina. E sogna, sogna il nonno, con il suo grembiule
bianco intonso, le mani e i capelli sporchi di farina che le sorride mentre con
il mattarello tira la pasta. “Cosa ti succede Loulou? Perché sei così triste?” “Non
voglio sfigurare nonno, altrimenti tutti penseranno che sono solo una piccola
mocciosetta che si è montata troppo la testa, e mi prenderanno in giro per sempre”
“Che sciocca che sei Loulou”, dice il nonno e nel frattempo tira e tira la pasta, una piega a tre e l’altra a quattro
“innanzitutto non ti devi curare di cosa gli altri pensino di te, soprattutto
quando ti stai impegnando tanto per realizzare un tuo progetto. E poi ricorda
che per valorizzare un ingrediente gli devi costruire una ricetta intorno, non
inserirlo a caso in una complessa preparazione”. “Agli inizi la Festa d’Autunno
e il concorso erano rivolti a celebrare i prodotti che la nostra terra ci
offriva ed anche ad insegnare alle generazioni che nulla andava sprecato e che esistevano
svariate preparazioni con cui utilizzare i prodotti. Oggi non è più così, anche
se l’impegno di molti produttori è molto serio e continuo. Forza piccolina, pensa
ad una ricetta che faccia profumare la casa di zucca, che sia morbida e adatta
ad una merenda anche per bambini e perché
no, che strappi anche un sorriso”
E mentre sorride Loulou si sveglia. La cucina è silenziosa,
è notte inoltrata e del nonno resta solo il dolce tono della voce che dice “fai
profumare di zucca la cucina…”
E all’improvviso la luce! La decisone è presa.
Prende il miglior burro a disposizione e comincia ad
impastare. “farò una pasta sfoglia!, la farcirò con semplice zucca e cioccolato
magari aggiungendo un po’ di liquore per aumentare il sapore…potrei fare dei
ravioli dolci”. E con rinnovato entusiasmo ed energia ricomincia a lavorare.
Il giorno del concorso è arrivato, Loulou timida e
impacciata, percorre il corridoio che porta alla sua postazione semplice e spoglia,
con in mano un cestino di vimini, mentre
sulle altre si vedono alzate, tessuti, colonne, giochi di luce e chi più ne ha
più ne metta. Le signore tutte imbellettate dietro le loro torte
fantasmagoriche la guardano con supponenza dall’alto in basso. E lei si sente sempre
più piccola mentre avanza verso il banchetto.
Grandi e imponenti torte decorate con pasta di zucchero,
fondant, bamboline, marshmallow, creme di burro e ghiaccia. E ancora piatti così
articolati e moderni che non sfigurerebbero nemmeno al Moma.
La giuria prende posto, inizia l’assaggio. I giudici confabulano
tra loro e segnano delle note su dei fogli man mano che si spostano da una preparazione
all’altra. Quando arrivano davanti a Loulou e al suo cestino rimangono stupiti.
“E’ tutto qui dunque quello che hai preparato?” “Si, signore”, tra lo sconcerto
generale uno dei giudici le chiede di raccontare la sua ricetta. E Loulou
racconta tutto, delle difficoltà a pensare ad una preparazione adeguata, dell’importanza
dell’ingrediente, di ciò che prima rappresentava la Festa d’Autunno, e dell’intenzione
di rappresentare una preparazione all’apparenza semplice, alla molteplicità
degli strati della pasta sfoglia, delle trasformazioni degli ingredienti, dell’
abbinamento del cioccolato con la zucca, dell’aggiunta di amaretti e liquore
all’amaretto per esaltare il sapore…e lo fa con una passione, quella stessa che
ha sempre mosso il nonno e che lei ha ereditata così tanto. Fiera, con il suo cestino
di ravioli dolci ne offre uno a ciascun giudice.
E tra mugolii, e sorrisi ad occhi chiusi i giudici paiono
soddisfatti.
Dopo un lungo periodo di consultazione, che a Loulou pare
durare un giorno intero, i giudici decretano il vincitore, non è Loulou se è questo
quello che vi state chiedendo, ma una signora che ha realizzato quella che,
secondo i giudici, è la più buona marmellata di zucca della storia. La ragazza
sorride, in fondo ha vinto comunque la sobrietà e una ricetta che rispecchia
proprio l’atmosfera della Festa e il suo significato intrinseco.
Ma se siete tra quelli che amano il lieto fine, sappiate che
il giudice che aveva chiesto a Loulou di raccontare la sua ricetta si scopre essere
un importante pasticcere in incognito, grande amante della zucca si era offerto
come giudice del concorso facendosi però promettere l’anonimato. Racconta a
Loulou che al primo morso del raviolo è stato subito trasportato indietro nel
tempo, all’epoca della merenda da bambino, e quei sapori così semplici, ma che
insieme esplodono di gusto e profumano di casa, lo hanno fatto commuovere. Inoltre
la tecnica e l’abilità della ragazza nel preparare la pasta sfoglia lo hanno
davvero colpito, tanto da offrirle al termine della scuola uno stage presso il laboratorio
della sua pasticceria, dove le insegnerà i segreti del mestiere e dove lei
potrà riversare tutto l’entusiasmo e la passione che la contraddistingue. Alzando
lo sguardo Loulou vede, tra le lacrime, il sorriso fiero dei genitori e
percepisce, come un bisbiglio “Ben fatto ragazza, ora va e segui la tua strada”.
Oggi il Calendario del Cibo Italiano celebra la Giornata Nazionale della Zucca, e in questo caso una zucca da fiaba. Siccome con le fiabe non sono
molto brava, ho pensato che un racconto potesse essere più nelle mie corde. Abbiamo
come sempre, creato un gruppo per il progetto ed è stato davvero divertente
prenderne parte, proprio in queste occasioni ti rendi conto quanto la condivisione
sia importante, i consigli e il supporto reciproco a cui non manca mai un
ingrediente fondamentale che è il sorriso. E allora grazie a tutte le ragazze
che hanno partecipato, a Francesca che è stata una padrona di casa straordinaria
e alla immancabile Manuela.
Avrei voluto essere brava come Loulou e preparare anche io
la pasta sfoglia, ma siccome di sfoglia in questo blog ne avete già vista
parecchia, ho pensato che un’altra preparazione altrettanto gustosa e da realizzare
a casa, come la brisèe, sarebbe stata benissimo con il ripieno dei ravioli
della nostra ragazza. E anzi, il retrogusto dolce della brisèe, non me ne voglia
Loulou, ma a mio parere, si sposa quasi meglio con gli ingredienti della
farcitura.
Questi ravioli sono facili da preparare, hanno un aspetto
invitante e possono serviti essere a fine pasto o come merenda pomeridiana; celebrano l’autunno e i suoi frutti e sono la dolce
conclusione di un picnic su un prato o in un bosco, dopo una bella passeggiata
tra i lussureggianti colori autunnali godendo ancora degli ultimi caldi raggi
di sole.
Qualche considerazione sulla ricetta, per la pasta brisèe io
uso la ricetta di Michel Roux, ma potete utilizzare la vostra solita abituale. Cercate
di resistere alla tentazione di comprarla già pronta, perché a farla ci si
mette davvero un attimo e ha tutto un altro sapore.
Per il ripieno dei ravioli potete scatenare la vostra
fantasia, io li ho già preparati con castagne, mele, pinoli, uvetta, cioccolato
bianco cambiando il liquore a seconda
degli abbinamenti o omettendolo se volete prepararli a merenda per i bimbi.
Ingredienti
500g di pasta brisèe (la ricetta qui)
700g zucca a pezzi
45g gocce di cioccolato fondente o cioccolato a pezzetti
35g zucchero di canna (io Demerara) + quello per la superficie
60g di amaretti morbidi sbriciolati
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 cucchiaio di Amaretto di Saronno
Latte per spennellare i ravioli
Procedimento
Disponetela zucca sulla placca del forno e cuocete a 180°
per circa 20 minuti. Deve rimanere morbida ma non disfarsi.
Una volta pronta, lasciatela raffreddare un poco e poi
frullatela nel bicchiere dell’immersione con lo zucchero, la vaniglia e il
liquore. Dovrete ottenere un composto molto denso e corposo.
Aggiungete le gocce di cioccolato e gli amaretti. Mescolate
solo per amalgamare gli ingredienti. Il ripieno deve essere bello compatto, in
modo tale che non scivoli fuori dal raviolo.
Stendete la pasta brisèe in un rettangolo, cercate di
tenerla piuttosto sottile considerando che saranno due strati; e poi ricavatene
quadrati di circa 7cm di lato, per chi avesse il taglia ravioli come questo la
misura è precisa.
Allargate delicatamente con le dita i quadrati formati, e
versate al centro un po’ del ripieno lasciando liberi i bordi. Non lesinate perché
devono essere belli gonfi. Spennellate i bordi di ciascun quadrato con il latte
e sovrapponete l’altro. Chiudete i ravioli sigillandone i bordi in modo che il
ripieno non fuoriesca in cottura. Poi spennellate sempre con il latte la
superficie e cospargete con lo zucchero.
Cuocete in forno già caldo a 180° per circa 20 minuti.
Considerando che ogni forno lavora diversamente, dopo 15 minuti verificate la
cottura, devono essere belli dorati, ma restare morbidi.
In questa piccola pasticcera tutto pepe ci rivedo qualcuno ;-) Bello il racconto (e la morale) e bellissimi questi tortelli dal ripieno goloso. Un bacio!
RispondiEliminaMolto bello il tuo racconto, sembra proprio un racconto di vita vissuta! I tuoi tortelli sono da copiare! Grazie!
RispondiEliminaMolto bello il tuo racconto, sembra proprio un racconto di vita vissuta! I tuoi tortelli sono da copiare! Grazie!
RispondiEliminaQuanto mi piacciono ! E sono d'accirdisdimo con te...la brise' ci sta molto meglio, li chiude e li tiene meglio. Con una tazza di the sono perfetti 😊 ma il,consorte cone avrebbe finito la storia della gara di Loulou? Non puoi lasciarmi con il dilemma nel cuore....
RispondiEliminaUn bacio !
Lui è è sempre per l'happy ending e quindi ci è rimasto male quando ho deciso di non farla vincere. Era molto più importante creare un futuro che ricevere un premio.
EliminaNon sai quanto sto godendo questo pomeriggio. Con una tisana calda, continuo a leggervi ed è un piacere, una gioia che non mi aspettavo, sorprendente.
RispondiEliminaBella la storia di Loulou e, tu non lo sai , è anche il diminuitivo della mia nipotina...
E i tuo ravioli sono un'ideona proprio! Grazie!
Ma che carina questa Loulou, c'è un po' di te vero? brava brava brava, un racconto delizioso e bello il finale con doppia sorpresa: la mancata vittoria ma la proposta del pasticcere che apre le porte al futuro. E i ravioli sono molto invitanti :-)
RispondiEliminaChissà quante Loulou sognano un finale come questo, ma poche sanno creare come te e descrivere con la tua poetica sensibilità. E i ravioli sarebbero da assaggiare subito subito.
RispondiEliminaLoulou sa che il segreto di ogni cosa sta nella semplicità! Una pasticcera saggia Loulou, che mi ricorda qualcuno.
RispondiEliminaQuesti ravioli devono essere stratosferici!
Ero lì che guardavo i ravioli dicendomi che quella non poteva essere sfoglia e poi arrivo alla ricetta e...infatti è brisé :D. E quale brisé. Roux resta uno dei maestri e mi viene da pensare che magari, fosse il giudice in incognito che porta con se Loulou per farla diventare una stella della pasticceria.
RispondiEliminaChissà.
Ti sei un geniaccio.
Baci grandi.
Che bella storia, e mi è piaciuto particolarmente il finale...la vittoria sarebbe stata meritata si, ma scontata, hai trovato il modo di dare comunque a Loulou il suo lieto fine :) E quei ravioli devono essere stratosferici!!!!
RispondiEliminaLoulou Talimani? :-P
RispondiEliminaRacconto carinissimo.
I ravioli sono da fare assolutamente.
Appena ho visto la foto, mi son detta questi ravioli li devo provare! Dorati e perfettamente farciti, sono divini. E anche il racconto è proprio bello mi pareva quasi di essere la insieme a Loulou!
RispondiEliminaGrazie mille ragazze, un lavoro dio gruppo davvero interessante che ha portato ad un risultato migliore di quanto avremmo immaginato. Ogni vostra favola o racconto mi resterà impresso.
RispondiElimina